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PMI

PMI è un acronimo per Purchasing Managers’ Index ed è, nell’analisi fondamentale, un indicatore macro-economico utilizzato nell’analisi del settore manifatturiero, dei servizi e delle costruzioni.

Indice PMI

Quando si parla di indice PMI ci si riferisce sempre ad un’indagine condotta tra i direttori (Purchasing Managers) delle aziende prese a campione.

Al campione preso in esame vengono poste domande in relazione ai diversi aspetti che caratterizzano l’andamento dell’azienda: ad esempio il numero di impiegati, l’andamento della produzione, ordini ricevuti, prezzi, distribuzione e aspettative future.

Le risposte (meglio, peggio o uguale) vengono poi riportate in forma statistica dall’indice PMI che può assumere un valore compreso tra 0.0 e 100.0. Il valore considerato come riferimento degli indici PMI è la linea del 50.0: valori riportati al di sopra indicano l’espansione del settore di indagine, mentre valori inferiori al 50 ne segnalano la contrazione.

Interpretazione

Riferendosi ai tre settori trainanti per l’economia, (manifatturiero, servizi e costruzioni) gli indici PMI vengono tenuti in grande considerazione e, nel forex, assumono spesso il carattere di market mover di forte impatto sui mercati. Questo avviene perché gli indici PMI vengono interpretati come indicatori dello stato di salute dell’economia, credibili e veritieri perché analizzati dalla prospettiva delle aziende di settore.

Indici PMI nel mondo

Gli indici PMI vengono rilasciati nel mondo da diversi istituti, alcuni a carattere governativo, altri indipendenti e molto spesso la differenza tra le indagini sta nel numero preso a campione per la compilazione dell’indice.

Per quanto riguarda l’Eurozona, gli indici PMI vengono rilasciati dall’istituto Markit nella versione delle singole economi e in quella relativa al blocco dei 17. Come spesso accade anche per altri market mover, anche gli indici PMI sono talvolta rilasciati in versioni differenti (generalmente 2) in cui la prima, detta anche "versione flash", rappresenta una "stima" (e che generalmente tende ad essere più impattante sui mercati valutari) e la seconda una versione "rivista".